Novembre 1986 Calderara di Reno maratona dei 3 comuni 2h 37′ 16″ 7°, 4 mesi dopo, marzo 1987 Pieve di Cento 2h 37′ 09″ 5°, 30 anni dopo, aprile 2016 Rimini 4h 41′ 45″ 1100° ass. Sono passati tanti anni ma il fascino e la durezza della ” maratona ” resta inalterato nel tempo, sia che fili sull’asfalto come una bici elettrica sia che conquisti ogni km dal 25° in poi centellinando le energie per poter tagliare il traguardo ” quel traguardo “.Un viaggio lungo 30 anni, come un viaggio è la maratona, sempre con l’amore per questo fantastico sport che se dovessero pagarti per le fatiche che affronti….saremmo tutti come minimo benestanti. Un viaggio in cui incontri tanti compagni che per un tratto ( anni o km ) sono al tuo fianco, alcuni miei compagni di squadra, maratoneti anche loro, non erano nemmeno nei pensieri dei loro genitori nel 1986 e ora sono al mio fianco. Sento a volte atleti che decidono di cimentarsi nella loro prima M. perché la ” vogliono sfidare “….non hanno capito che la Regina delle gare vince sempre, la sfida non è contro di lei ma con noi stessi e la nostra capacità e consapevolezza di portargli rispetto, perché, che un atleta sia perfettamente preparato per fare il suo personale o approssimativamente pronto per tentare di finirla, la maratona esige lucidità e rispetto non puoi giocare con lei perché vince sempre lei. Le immagini nitide di domenica nei miei occhi mi ricordano quanti sorrisi, allegria e urli, quanti 5 dati a chi incitava a bordo strada, questa nella prima parte perché dopo il 25° km gli stessi volti allegri erano trasformati quasi fossero altre persone, volti tirati affaticati ma grintosi e determinati, dopo il 25° la Regina comincia a tirare i suoi fili e tutto cambia, qualche km dopo un trenino solitamente usato durante la stagione per scarrozzare i turisti per le vie di Rimini mi supera, è carico di chi non ce l’ha fatta, per una ragione o per l’altra, atleti che ci riproveranno forse la prossima volta, mi supera e penso ” io li sopra non voglio salirci nemmeno d’estate figuriamoci se voglio salirci ora….” Ma pensate alla singolare circostanza, turisti e atleti sfortunati o improvvidi accomunati dallo stesso mezzo di trasporto; più passano i km e più le energie residue e i segnali del corpo ti obbligano o meglio ti suggeriscono ( se vuoi finirla ) di rallentare sempre più, poi arriviamo al 40° e un solerte speaker continua a ripetere che è finita…siamo sicuri ? I miei ultimi 2 km sono stati diciamo così ” complessi ” perché all’ingresso nel parco cambiando tipo di terreno e appoggio i crampi sono giunti non graditi, e a poche centinaia di metri dall’arrivo la gamba destra, prima il polpaccio e poi la coscia, si blocca con dolore e guardate un po’ cosa produce questo viaggio, un 70 mt forse più distante da me è fermo Maurizio ( Casadei ) e la sua bella famiglia, questo ragazzo non ci pensa un attimo, si mette a correre verso di me, badate bene, ha terminato anche lui da poco la sua gara, sotto le tre ore per la cronaca, si piega, mi massaggia e mi incita a proseguire. La maratona genera comportamenti come la condivisione e la solidarietà che nella vita frenetica di oggi sono rari e preziosi, io ne sono prova e testimone, durante la corsa ho offerto e mi è stata offerta una bottiglietta d’acqua, sono stato aiutato da un amico (credo di poterlo chiamare così ) e a fine corsa ho incontrato i miei compagni Nicholas e Anastasio e ho condiviso con loro la mia emozione, li ho abbracciati piangendo, questo succede ad un uomo maturo ed equilibrato di 55 anni, succede che il viso si bagna non di sudore ma di lacrime.
Tutto questo e tanto altro mi ha portato il ” viaggio lungo 30 anni ” da Calderara a Rimini e altro ancora certamente porterà a me e a tutti quelli che hanno la passione per la corsa, ancora due annotazioni. Voglio congratularmi con tutti quelli che sono riusciti a finire almeno una volta la Regina delle corse e incitare tutti quelli che proveranno o riproveranno la sfida con se stessi per finirla. Siamo ai saluti che accompagno con una ultima chicca, ciò che avete letto è la seconda versione di questo racconto, la prima era stata scritta sul treno da Reggio Emilia a Cesena ed è andata misteriosamente persa…..A voi piacendo, alla prossima! .Italo.